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19 Marzo 2018Bollette telefoniche a 28 giorni: Facciamo il punto
Hanno tempo fino al 4 aprile 2018, gli operatori della telefonia fissa e mobile e delle paytv per abbandonare la fatturazione a 28 giorni e ritornare alla fatturazione su base mensile o su multipli mensili, pena il pagamento di un indennizzo forfettario di 50 euro ad ogni consumatore, maggiorato di 1 euro per ogni giorno di ritardo.
Come molti avranno potuto constatare, il ritorno alla fatturazione mensile sta comportando, purtroppo, in molti casi, un aggravio di costi per i consumatori. Infatti, gli operatori, non essendo riportata alcuna indicazione in merito nella legge 172/2017, stanno ritornando sì alla fatturazione mensile, ma cambiando le condizioni contrattuali ed in particolare il rapporto costi/servizi e, neanche a dirlo, a svantaggio degli utenti.
Unica arma in possesso dei consumatori contro un eventuale peggioramento delle condizioni del proprio contratto con l’operatore della telefonia fissa o mobile o della paytv sta nell’esercitare il diritto di recesso.
Dal ricevimento della comunicazione del cambio delle condizioni contrattuali, c’è 1 mese di tempo per esercitarlo, senza il pagamento di penali, senza il pagamento di costi di disattivazione e senza la restituzione di importi relativi a promozioni già godute.
Purtroppo, si tratta di un’arma “spuntata”, in quanto risulta difficile trovare un’offerta davvero conveniente. Su questa difficoltà sta indagando l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) che sospetta l’esistenza di un “cartello” tra gli operatori a scapito dei consumatori, tanto che ha inviato la Guardia di Finanza ad effettuare delle ispezioni nelle sedi degli operatori e di Asstel, l’associazione di categoria delle imprese telefoniche.
Intanto, per la telefonia fissa, dopo la bocciatura, da parte del Tar, del ricorso presentato dalle compagnie telefoniche contro la Delibera 121/2017 dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni elettroniche (Agcom) che intimava loro di ritornare alla fatturazione con cadenza mensile, anche se il Tribunale ha sospeso in via cautelare, fino al 31 ottobre 2018, la parte del provvedimento dell’Autorità che intimava alle aziende Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb, di rimborsare ai consumatori le somme ingiustamente pagate dal 23 giugno 2017, stornandole dalla prima bolletta mensile. Insomma, non ci resta che attendere.
Per Adiconsum, per scongiurare eventuali nuove criticità nella telefonia fissa, mobile e paytv, occorre procedere alla modifica dell’art. 70 del Codice delle Comunicazioni elettroniche che permette agli operatori la variazione unilaterale delle condizioni contrattuali, concedendo agli utenti solo la possibilità di esercitare il diritto di recesso, che, però, può ben poco nel caso di eventuali intese siglate tra gli operatori stessi, come, infatti, sta cercando di appurare l’Agcm.
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A cura di Ufficio Stampa Adiconsum